
Attacco di panico: cos’è?
L’attacco di panico, detto anche crisi di panico, è un momento di intensa paura o disagio che si presenta all’improvviso, in modo inaspettato, senza che ve ne sia ragione apparente.
Solitamente, l’episodio è piuttosto breve, si esaurisce nel giro di una ventina di minuti. Ma lascia dietro di sé strascichi importanti. A partire dal timore che possa accadere di nuovo.
Ciò che caratterizza l’attacco di panico è l’intensità dell’emozione provata, un’ansia fortissima e paralizzante. Chi lo prova per la prima volta, purtroppo difficilmente lo dimentica. Esso irrompe come un fulmine a ciel sereno, sconvolgendo completamente la persona che, in quegli istanti terribili, pensa di poter impazzire oppure che sta per morire.
Le caratteristiche dell’attacco di panico sono insite nel nome di questo disturbo. Panico, infatti, deriva dal dio Pan, una divinità arcaica dall’aspetto animalesco, metà uomo e metà caprone, che si aggirava nelle selve e compariva all’improvviso di fronte ai viandanti sperduti nei boschi, spaventandoli per poi sparire in modo misterioso.
La dinamica dell’attacco di panico segue esattamente questo schema: si manifesta in modo repentino, senza particolari avvisaglie, creando un forte turbamento nella persona per poi risolversi in un lasso di tempo piuttosto breve.
I sintomi dell’attacco di panico
Vediamo insieme come riconoscere un attacco di panico dai suoi sintomi e pensando a una situazione tipo.
Se al centro commerciale con il tuo compagno/la tua compagna. State facendo un giro tra le vetrine per un sabato di shopping. I corridoi sono affollati di gente. All’improvviso, cominci ad avvertire un malessere che monta da dentro. Il tuo cuore accelera il battito, avverti il sudore impregnarti la schiena. Hai come la sensazione che stai per soffocare. Una paura fortissima, incontrollabile ti domina. Non riesci a pensare ad altro se non che stai per morire.
Ecco, stai avendo un attacco di panico.
I sintomi più comuni di questo disturbo sono:
- Forte dolore o fastidio al petto
- Accelerazione del battito cardiaco, con palpitazioni che si fanno sempre più intense
- Nausea, mal di stomaco o crampi, vomito
- Fame d’aria, senso di soffocamento, di non riuscire a respirare bene
- Sensazione di essere stordito, capogiri, vertigini
- Parestesie, cioè sensazione di torpore o di formicolio agli arti (braccia, gambe, mani o piedi)
- Improvvise vampate di calore (a prescindere dall’ambiente in cui ci si trova)
- Tremore, brividi, forti scosse
Vi è anche la possibilità che si verifichino fenomeni di derealizzazione. Tale situazione si verifica quando abbiamo una percezione distorta o alterata della realtà circostante. Quel che si prova è una sensazione di distacco ed estraneità rispetto alla realtà intorno, alle persone e alle cose. Un po’ come se si fosse dentro una bolla che ci isola da tutto quanto.
L’attacco di panico può innescare anche la depersonalizzazione che viene descritta come una sensazione di estraneità rispetto a sé stessi, al proprio corpo o ai propri pensieri. All’improvviso è come se si venisse proiettati fuori dal proprio corpo, divenendo spettatori esterni delle proprie azioni e dei propri processi mentali.

Dall’attacco di panico al disturbo di panico
Al di là dei sintomi fisici, l’attacco di panico ha un pesante influsso anche sui nostri pensieri. Durante una crisi, i nostri pensieri si modificano. Tutta quell’agitazione e quelle manifestazioni di tipo somatico, ci fanno sentire totalmente fuori controllo, incapaci di gestire noi stessi e la situazione che stiamo vivendo.
Questo genera un flusso di pensieri negativi che alimentano l’attacco di panico.
C’è poi un altro aspetto da tenere in considerazione.
Una volta che si è sperimentato l’attacco di panico per la prima volta, c’è la forte probabilità che si inneschi un circolo vizioso: nasce la paura della paura, si vive nel timore costante, con in testa il pensiero fisso che possa accadere di nuovo.
Questa situazione condiziona fortemente il vissuto della persona, che comincia ad assumere comportamenti volti a evitare in ogni modo possibile le situazioni che provocano ansia e stress e che potrebbero, di conseguenza, innescare una crisi di panico. Si tengono lontani da luoghi o persone che provocano una sensazione di malessere. Mettono in atto delle strategie e dei meccanismi che hanno la funzione di rassicurarli come portare sempre con sé farmaci e medicine (nel caso in cui temano di poter avere un infarto) oppure aprire sempre le finestre nei luoghi chiusi.
L’evitamento è un meccanismo di difesa che, a lungo andare, compromette il benessere individuale poiché induce l’individuo a escludere una serie di attività, luoghi, persone, precludendosi la possibilità di vivere appieno, di fare nuove esperienze ma anche semplicemente di stare in compagnia delle persone a cui si vuole bene.
Chi soffre di attacchi di panico, infatti, potrebbe avere la tendenza a stare alla larga da tutto quello che lo inquieta e crea agitazione, arrivando a rifiutare di uscire con gli amici per andare al ristorante o in altri luoghi affollati. Nei casi più gravi, si arriva anche a chiudersi in casa e a non avere più il coraggio di allontanarsi dal proprio nido rassicurante.
È proprio questo tipo di comportamenti – del tutto automatici – che rischia di trasformare un singolo episodio di attacco in un vero e proprio disturbo di panico. Qualcosa che si cronicizza nel tempo e che richiede un trattamento.
Diagnosi del disturbo di panico
Non è detto che tutti i sintomi si manifestino contemporaneamente. In molti casi, chi vive una crisi di panico, ne sperimenta soltanto una parte. La casistica è piuttosto varia. Così come è vero che riguardo frequenza e durata, possono esserci situazioni diverse.
In alcuni casi, gli attacchi di panico si presentano con una certa regolarità, ripetendosi nel tempo a intervalli cadenzati.
In altri casi, invece, potrebbero esserci periodi in cui si soffre di crisi di panico frequenti alternati ad altri periodi, piuttosto lunghi, in cui si vive in modo pressoché sereno, in piena tranquillità tanto che si potrebbe pensare di essersi lasciati alle spalle il disturbo di panico.
In generale, si può dire che spesso gli attacchi di panico si verificano in relazione a eventi o situazioni molto stressanti e di grande impatto emotivo sull’individuo come, per esempio, lutti improvvisi o cambiamenti radicali di vita (divorzio o separazione dal partner, perdita del lavoro o problemi di natura economica). Si tratta di situazioni destabilizzanti, che rompono l’equilibrio e mettono in discussione le fondamenta su cui si regge l’esistenza del singolo.
Per diagnosticare un disturbo di panico è sufficiente che si verifichino almeno due episodi di tipo. Il disturbo di panico si classifica tra i disturbi d’ansia. Lo caratterizzano attacchi ricorrenti seguiti da un periodo piuttosto lungo nel corso del quale la persona manifesta forte preoccupazione e turbamento, causato dal pensiero che potrà accadere di nuovo.
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