Terapia EMDR: cos’è e come funziona

terapia EMDR Roma Prati

L’EMDR (Eye Movement Desensitation and Reprocessing) è un approccio terapeutico che si basa sulla stimolazione cerebrale bilaterale per trattare disturbi legati a eventi stressanti o traumatici.

Per comprenderne il funzionamento, occorre prima parlare del trauma e dei suoi effetti sulla nostra psiche.

Trauma deriva dal greco e significa “ferita, lacerazione”. Questa parola viene comunemente utilizzata in medicina per indicare qualsiasi lesione provocata a un organo o a una parte del corpo da un oggetto o un evento esterno a noi. Si parla di “trauma cranico” quando prendiamo un colpo in testa, ma anche di “trauma al ginocchio” quando urtiamo contro qualcosa o qualcuno (pensiamo per esempio a un calciatore che durante un contrasto riceva un colpo da un giocatore avversario).

Passando dal piano concreto e fisico a quello psicologico, il significato della parola trauma non cambia.

Il trauma è una ferita, una lacerazione interiore prodotta da un evento dirompente, una situazione dalla carica emotiva così forte da imprimere un segno sulla nostra psiche. È uno shock che non può essere integrato nel nostro sistema psichico pregresso, che ne viene scosso.

Le situazioni che possono rivelarsi traumatiche sono molte. Il danno che ne deriva, però, non dipende dall’evento in sé, quanto dal modo in cui lo si vive.

Non sempre è semplice rendersi conto di aver vissuto un’esperienza traumatica.

Esistono, infatti, due categorie di traumi, classificati a seconda della loro entità: i Traumi con la T maiuscola e i traumi con la t minuscola.

Traumi con la T maiuscola

Quando si parla di Trauma con la T maiuscola o trauma massiccio si fa solitamente riferimento a un evento ben preciso, che può essere identificato e collocato sulla linea temporale. Si tratta di un evento di grande portata, molto grave, nel corso del quale l’individuo vede messa a rischio la propria incolumità e integrità fisica oppure quella dei suoi cari.

 Il soggetto vive un’esperienza di forte vulnerabilità e di totale impotenza. Percepisce di non poter fare nulla.

In questa categoria vengono inseriti eventi come gravi incidenti d’auto, lutti improvvisi, abusi di varia natura, stupri, omicidi, rapine, cataclismi e catastrofi naturali (terremoti, inondazioni…), attentati terroristici etc.

Simili esperienze, vissute in prima persona o a cui si è assistito, possono portare allo sviluppo del disturbo post-traumatico da stress.

Traumi con la t minuscola

Se i Traumi con la T maiuscola sono facili da individuare, i traumi con la t minuscola, invece, sono più “subdoli”. 

Si tratta di microtraumi cumulativi, derivati spesso da esperienze ripetute più volte nel tempo che non portano con sé la percezione di una minaccia alla propria integrità, ma generano sentimenti di umiliazione e forte sofferenza.

In molti casi, sono traumi vissuti durante l’infanzia o l’età dello sviluppo, che incidono in modo profondo sulla percezione che l’individuo ha di sé e degli altri e sulle aspettative che ha rispetto al mondo circostante.

Ne derivano bassa autostima, stati d’ansia, paure irrazionali etc.

Tra i traumi con la t minuscola possiamo annoverare le continue svalutazioni, i rifiuti affettivi, il subire bullismo da parte dei propri compagni, l’essere escluso dai gruppi di pari, ma anche il lutto, la perdita del lavoro, la separazione da un genitore…

Il ricordo traumatico: una scheggia tagliente

Nella maggior parte delle situazioni, il nostro cervello è in grado di proteggerci dal trauma, elaborando le informazioni associate all’evento, reintegrandole. In questo modo, ci consente di superare quell’esperienza, senza riportarne particolari danni.

In alcune situazioni, però, non abbiamo le risorse necessarie a far fronte a quell’evento, non ci troviamo nella condizione di poterlo affrontare. In un certo senso, quello che ci troviamo davanti è più grande di noi. 

Cosa succede a quel punto?

Accade che i ricordi dell’evento vengono immagazzinati nella nostra memoria in modo anomalo rispetto al solito. Esso si frammenta in piccole parti, che diventano come tante schegge taglienti. 

A quel singolo ricordo, estremamente nitido, si associano pensieri, emozioni e sensazioni corporee di grande intensità e altamente disturbanti.

Esso viene evocato in modo del tutto involontario, affiora alla mente da solo nella forma del sogno oppure del flashback. Questa caratteristica lo rende estremamente angosciante perché non ne abbiamo il controllo.

A scatenarlo sono le situazioni che ci troviamo a vivere nella nostra quotidianità. Potrebbe essere un suono o magari un odore, un oggetto, un pensiero, persino il comportamento di qualcuno che riattiva il ricordo e ci catapulta di nuovo in quell’esperienza, che continuiamo a rivivere all’infinito.

Il trauma è una ferita che si riapre ogni volta e continua a sanguinare. Una ferita dell’anima che può essere guarita tramite la terapia EMDR.

Terapia EMDR: come funziona?

La terapia EMDR è un trattamento d’elezione per i traumi e i disturbi post traumatici da stress. La stessa Organizzazione mondiale per la sanità (OMS) ha riconosciuto l’efficacia di questa tipologia di intervento che si focalizza proprio sui ricordi del trauma o dell’evento stressante per desensibilizzarli cioè privarli della carica emotiva negativa.

Tutto ciò avviene attraverso l’utilizzo di movimenti oculari (Eye Movement) e di altri tipi di stimolazioni alternate destra/sinistra.

Nel corso di una seduta di terapia EMDR, il professionista compie dei movimenti con le dita di fronte al paziente, inducendolo a muovere lo sguardo per seguire quei gesti. Oppure lo sottopone ad alcuni stimoli tattili alternati destra/sinistra, mettendo in atto la tecnica del tapping.

Questo tipo di stimolazioni serve ad attivare la comunicazione tra i due emisferi cerebrali in un modo simile a quel che avviene durante la fase REM del sonno, quella nel corso della quale il cervello rielabora il vissuto quotidiano e sogniamo. 

Durante questo processo, il terapeuta chiede al paziente di far affiorare il ricordo traumatico e di tenerlo bene a mente, notando ogni aspetto: le immagini, le sensazioni corporee, i pensieri e le emozioni che si associano a esso.

Avviene così una doppia focalizzazione.

Il paziente, attraverso il ricordo, mette un piede nel passato. Allo stesso tempo, però, rimane ancorato al presente, nel qui e ora, all’interno del luogo sicuro rappresentano dal setting terapeutico.

Seduta dopo seduta, con l’ausilio della terapia EMDR e delle sue tecniche, il ricordo traumatico viene depotenziato e desensibilizzato. Le emozioni e le sensazioni fisiche associate a esso di fanno via via meno intense e disturbanti. I pensieri intrusivi si affacciano meno di frequente fino a sparire del tutto. L’evento stesso sembra sfumare, farsi più lontano.

Alla fine del percorso con terapia EMDR, il trauma non viene cancellato o rimosso. Esso rimane dentro di noi ma viene rielaborato e reintegrato. Si può finalmente vivere nel presente, lasciando il passato al suo posto, alle nostre spalle.

Il protocollo della terapia EMDR

Durante la terapia EMDR si segue un protocollo strutturato, una procedura standard che prevede 8 diverse fasi:

Fase 1: Anamnesi e raccolta dati del paziente

La terapia EMDR si apre con una fase preliminare di raccolta dei dati. Attraverso i colloqui con il paziente, il terapeuta mette insieme tutte le informazioni necessarie a delineare un quadro chiaro della situazione e a stilare un piano terapeutico.

L’anamnesi consiste nella ricostruzione della storia del paziente e quella del problema che viene portato in terapia, le sue cause, i sintomi, la durata e le caratteristiche. Si indaga a fondo sul passato e sul presente, in modo da individuare con chiarezza le esperienze traumatiche vissute, i Traumi con la T maiuscola e i traumi con la t minuscola.

Questo è un momento fondamentale della terapia poiché si comincia a conoscersi e a instaurare un rapporto di fiducia e rispetto reciproco tra paziente e terapeuta.

Fase 2: Preparazione del paziente

Una volta individuato il problema da affrontare e le sue cause, si passa alla preparazione del paziente. Il terapeuta illustra in modo chiaro in cosa consiste la terapia EMDR, le tecniche che verranno impiegate, il loro meccanismo e il loro scopo.

In questa fase, si comincia a lavorare sulle risorse del paziente per metterlo nella condizione di proseguire nel percorso. Spesso, il terapeuta provvede a insegnare alcune tecniche di rilassamento che servono ad affrontare il disagio emotivo che potrebbe emergere in relazione ai vissuti traumatici che si andrà a evocare nel corso della psicoterapia.

Fase 3: Assessment

Si arriva così all’assessment. Il terapeuta chiede al paziente di descrivere in modo approfondito l’evento traumatico, identificandone alcuni elementi ben precisi: l’immagine che lo rappresenta nella sua mente, le emozioni e le sensazioni fisiche connesse a quello specifico fatto o situazione, la cognizione negativa che ha di sé stesso in relazione a quel ricordo (Per esempio “Mi sento impotente”).

Viene anche individuata la cognizione positiva, ciò che il paziente vorrebbe pensare di sé stesso in relazione a quell’evento. Questo è necessario per delineare una visione alternativa del trauma.

Fase 4: Desensibilizzazione

A questo punto, si passa alla desensibilizzazione attraverso le tecniche proprie dell’approccio EMDR. Il paziente deve concentrarsi per riportare alla mente il ricordo traumatico mentre viene sottoposto a una serie di stimolazioni. 

Potrebbe trattarsi di movimenti oculari, di stimolazioni tattili tramite tamburellamento (tapping) oppure dell’ascolto di alcuni suoni alternati tramite cuffie o auricolari.

Si procede per set di movimenti, da 24 a 36, con velocità, distanza e direzione adeguate al paziente. Questi set sono scanditi da momenti di feedback, durante i quali il terapeuta chiede al paziente cosa è emerso durante la stimolazione, qualsiasi pensiero, emozione, immagine o sensazione provato.

Qualsiasi cosa venga a galla, il terapeuta chiede al paziente di concentrarsi su di essa nel corso del set di movimenti successivo.

Questa procedura va avanti finché il ricordo traumatico non viene completamente desensibilizzato, privato della propria carica negativa.

Fase 5: Installazione della convinzione positiva

Una volta che il ricordo traumatico è stato desensibilizzato, il terapeuta guida il paziente nell’associare la convinzione positiva, individuata nella fase di assessment, al vissuto traumatico, sostituendola alla cognizione negativa.

Fase 6: Scansione corporea

Subito dopo, segue una fase di scansione corporea. Il paziente viene invitato a focalizzarsi sul proprio corpo e sulle sensazione fisiche provate per verificare se permangono rigidità o tensioni residue legate al trauma.

Se ce ne sono, viene effettuato un altro set di movimenti in modo tale da sciogliere anche questi ultimi nodi e liberare completamente il paziente.

Fase 7: Chiusura

Al termine della seduta, il terapeuta mette in atto un intervento di tipo psicoeducativo, istruendo il paziente su quel che potrebbe accadere nell’intervallo tra due incontri successivi. È possibile, anzi molto probabile, che riaffiorino pensieri, emozioni e sensazioni non piacevoli. Si tratta di un materiale che viene in superficie a causa del processo di elaborazione ancora in corso.

Non bisogna spaventarsi, è del tutto normale che accada.

Il paziente viene invitato a prendere nota di questi vissuti in un diario per poter poi lavorare su di essi nel corso delle sedute successive.

Fase 8: Rivalutazione

L’ultima fase è quella che apre l’incontro successivo: la rivalutazione. Il terapeuta chiede al paziente di evocare di nuovo il ricordo traumatico su cui si è lavorato in precedenza. In questo modo, verifica i risultati raggiunti e il perdurare degli effetti della terapia.

Si passa poi alla lettura del diario che apre a nuovi temi da affrontare.

Terapia EMDR Roma Prati

Presso il nostro studio di psicologia e psicoterapia a Roma Prati, sono presenti numerosi professionisti qualificati, psicologi e psicoterapeuti esperti che eseguono anche trattamenti di terapia EMDR.

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Il nostro centro si trova in Circonvallazione Trionfale 145, 00195 Roma, zona Prati ed è raggiungibile anche tramite i mezzi pubblici. Le fermate della metropolitana più vicine sono quelle della linea A, Lepanto e Cipro.

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