Terapia cognitivo-comportamentale
La terapia cognitivo comportamentale, definita in inglese Cognitive Behavioural Therapy (abbreviato con la sigla CBT) è un approccio terapeutico molto diffuso e di provata efficacia, che si fonda sull’idea che vi sia una stretta relazione e interdipendenza tra pensieri, emozioni e comportamenti.
A differenza della psicoterapia psicodinamica, che si focalizza sull’inconscio e il rimosso, andando a esplorare la parte inconscia della nostra psiche, la terapia cognitivo comportamentale concentra la propria attenzione sul rapporto che intercorre tra la componente cognitiva, rappresentata da ciò che accade nella nostra mente (processi mentali come memoria, ragionamento, pensiero, percezione etc.) e la componente comportamentale, da intendere come tutti i comportamenti assunti dall’individuo.
Non si tratta soltanto delle azioni che mettiamo in atto. Per comportamenti intendiamo tutte le attività che compiano in relazione all’ambiente che ci circonda.
Nella vita di tutti i giorni siamo immersi in un flusso continuo di eventi e situazioni. Esperienze e stimoli che filtriamo ed elaboriamo attraverso il pensiero e le emozioni, associando a esse dei significati ben precisi sulla base dei quali definiamo un sistema di credenze su noi stessi, sugli altri e sul mondo.
Spesso, però, le interpretazioni che diamo a ciò che ci accade non sono razionali. Non sono frutto di un pensiero consapevole né corrispondono alla realtà dei fatti. Nel corso del processo di elaborazione dell’esperienza, entrano in gioco dei pensieri automatici che sfuggono alla nostra coscienza.
Di conseguenza, le credenze che formiamo possono rivelarsi false, erronee, strutturate in modo disfunzionale. Il loro effetto sono risposte emotive e comportamentali inadeguate, che portano con sé sofferenza.
Come scriveva il grande imperatore filosofo Marco Aurelio: “Se una cosa esterna ti tormenta, non soffri per quella cosa in sé, ma per il giudizio che hai su di essa. Ed è in tuo potere spazzar via subito quel giudizio”.
Ciò significa che non è la situazione in sé a determinare il modo in cui ci sentiamo, ma il modo in cui noi interpretiamo quella situazione. A lungo andare, finiamo con lo sviluppare degli schemi di comportamento dannosi, modalità tipiche di pensare e agire che incidono in modo rilevante sul nostro benessere psichico e fisico, basti pensare ai disturbi psicosomatici.
L’obiettivo della terapia cognitivo-comportamentale è individuare questi schemi mentali disfunzionali, per poter intervenire su di essi, correggendoli, modificandoli e formandone di nuovi, più funzionali a una vita serena per l’individuo.
Terapia cognitivo comportamentale: come funziona?
La terapia cognitivo-comportamentale prevede che, nel corso del primo colloquio tra paziente e terapeuta, si definiscano in modo chiaro e condiviso gli obiettivi del percorso, concordando un piano terapeutico che si modelli sulla base delle esigenze e dei bisogni dell’individuo.
Il paziente viene coinvolto in prima persona. Lui o lei lavora insieme al terapeuta, collabora con il professionista, per individuare quali siano i pensieri disfunzionali, le false credenze, le emozioni e i comportamenti disfunzionali, tutti quegli automatismi che minano alla base il suo benessere.
Una delle tecniche più utilizzate in questo frangente è il cosiddetto Modello ABC, uno strumento molto utile e di semplice applicazione.
Il modello ABC può essere concepito come uno schema a tre colonne.
- Sotto la colonna A (Antecedents cioè Antecedenti) si inserisce l’evento attivante cioè la situazione e l’episodio che scatena un determinato comportamento nel paziente, lo stimolo;
- Sotto la colonna B (Belief System o Sistema di credenze) si inseriscono le convinzioni, i pensieri, le credenze, il ragionamento e le attività mentali che hanno come oggetto quella data situazione
- Sotto la colonna C (Consequences) vengono inserite le conseguenze di quelle attività mentali cioè le reazioni emotive e comportamentali dell’individuo;
Una volta compiuta questa identificazione preliminare, si passa a lavorare attivamente per formulare pensieri alternativi e per modificare quegli schemi ricorrenti nei quali il paziente resta come intrappolato.
È un percorso a tappe, lungo il quale ci si ferma anche per verificare che ci siano progressi e che si stia andando nella direzione giusta per raggiungere l’obiettivo prefissato.
Il terapeuta che sposi un approccio di tipo cognitivo-comportamentale assume un atteggiamento psicoeducativo. Ciò significa che il professionista cerca di spiegare in modo chiaro e aperto quali sono e come funzionano i meccanismi automatici che scatenano e mantengono i sintomi del paziente.
Il terapeuta interviene in modo attivo, guidando il paziente nella ricerca delle soluzioni, fornendogli le informazioni e le istruzioni necessarie per affrontare il disturbi e disagi di natura psicologica ed emotiva.
Quando si intraprende una terapia con approccio cognitivo-comportamentale, il lavoro terapeutico non si svolge soltanto durante la seduta. L’impegno non si esaurisce nell’ora in cui si incontra il terapeuta nel suo studio.
Questo tipo di terapia, infatti, prevede che il terapeuta assegni dei “compiti per casa” al paziente, che è chiamato svolgere degli esercizi al di fuori del setting, mettendo in atto le strategie apprese nella vita di tutti i giorni.
Di solito, il terapeuta chiede al paziente di tenere un diario nel quale dovrà prendere nota degli episodi problematici avvenuti nel corso della settimana, tra una seduta e l’altra. Scrivere consente al paziente di analizzare più nel dettaglio quelle situazioni, di riportare su carta sensazioni, pensieri, emozioni, comportamenti adottati in quel frangente e di rendersi conto dei circoli viziosi in cui cade.
Altre tecniche tipiche della terapia cognitivo-comportamentale sono il problema solving, il decision making, la programmazione delle attività, il role playing che può svolgersi anche nella forma dello psicodramma.
Lavorando sul qui e ora, nel presente, la terapia cognitiva-comportamentale consente al paziente di prendere consapevolezza del proprio comportamento e di lavorare per un benefico cambiamento, adottando nuovi schemi mentali e abitudini funzionali.
Terapia cognitivo-comportamentale: quanto dura?
In linea generale, la terapia con approccio cognitivo-comportamentale è un intervento di tipo breve, che mira a restituire al paziente la sua serenità e il benessere in un tempo congruo.
La durata effettiva della terapia dipende da una serie di fattori che vanno valutati in sede preliminare:
- Gravità del disturbo e dei sintomi che devono essere trattati
- Tono dell’umore del paziente
- Gravità degli effetti del problema portato in terapia sulla vita del paziente nei vari ambiti, quello familiare, quello amicale, quello lavorativo etc.
- La storia clinica del paziente cioè da quanto tempo è presente il disturbo o disagio che ha portato in terapia
- Il fatto che il paziente abbia o meno intrapreso n passato un percorso di terapia, magari con un altro orientamento
- Le aspettative del paziente rispetto agli effetti della psicoterapia
- La presenza o meno di altri disturbi concomitanti, per esempio disturbi di personalità, che potrebbero rendere più complesso il trattamento terapeutico
- L’uso di psicofarmaci
- La presenza di fattori di mantenimento, che possono rendere più difficile il processo di cambiamento e ostacolare i progressi del paziente
Le sedute durano in media 45/40 minuti e si svolgono nell’arco di 6 mesi. Tuttavia, nel caso in cui ci si trovi di fronte a una grave sofferenza emotiva, la durata può estendersi a 12 mesi (un anno).
Per quali disturbi è adatta la Terapia cognitivo-comportamentale?
La terapia a orientamento cognitivo-comportamentale è un trattamento d’eccellenza per un gran numero di patologie, disturbi di natura psicologica e forme di disagio emotivo:
- Disturbi d’ansia e attacchi di panico
- Disturbi alimentari
- Depressione e disturbi dell’umore
- Dipendenze come gioco d’azzardo, alcolismo, shopping compulsivo, internet addiction etc.
- Disturbi di personalità
- Dolore cronico
Terapia cognitivo-comportamentale Roma Prati
Presso il nostro studio di psicologia e psicoterapia a Roma Prati, sono presenti numerosi professionisti qualificati, psicologi e psicoterapeuti esperti che seguono orientamenti differenti.
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