Mal di schiena psicosomatico: ecco perché ne soffri

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Ci sono mattine in cui avverti un dolore molto forte alla base della schiena, all’altezza delle vertebre lombari, che ti impedisce di alzarti dal letto e di svolgere le attività quotidiane. Ci vogliono giorni prima che si attenui, lasciandoti libero di muoverti di nuovo in modo normale.

Puntualmente, il problema si ripresenta, ogni volta che stai attraversando un periodo di particolare stress e tensioni, che vanno a scaricarsi tutte in quel punto dolente.

Altre volte ti capita di soffrire di cervicalgia, un dolore che si irradia dalla parte bassa del collo lungo i muscoli della colonna vertebrale e delle spalle.

Quando arriva la sera e cerchi di rilassarti sul divano, magari guardando un po’ di televisione, senti la testa che comincia a girare. L’infiammazione è così forte che avverti persino un po’ di nausea, un sintomo estremamente fastidioso che si accompagna spesso ai problemi legati alla cervicale.

Quelli che provi sono disturbi organici, che si manifestano nel corpo.

Tuttavia, spesso questo genere di problemi ha un’origine diversa..

Esistono, infatti, disturbi che siamo noi stessi a provocarci, in modo inconsapevole.

Il mal di schiena psicosomatico è tra questi.

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Mal di schiena, male dell’anima: quando lombalgia e cervicalgia sono sintomo di un disagio interiore

Ma che vuol dire mal di schiena psicosomatico?

Significa che il dolore che avvertiamo nasce nella nostra mente, da un conflitto irrisolto che viene, di fatto, spostato su una specifica parte del corpo, come la schiena, che si fa portatrice del disagio.

Il motivo?

Il fatto è che spesso, nella nostra quotidianità, ci troviamo a vivere situazioni scomode, che ci vanno strette e che scatenano in noi emozioni spiacevoli e, talvolta, intollerabili.

Emozioni che non vogliamo accogliere, a cui non vogliamo lasciar spazio d’espressione.

Pensiamo, per esempio, alla rabbia nei confronti di un genitore, di una madre o di un padre che ci ha cresciuti, sacrificandosi. Questo tipo di rabbia – per quanto comprensibile in alcuni contesti – è un sentimento che riteniamo inaccettabile perché stride con il sistema di valori in cui crediamo, contrasta con il codice morale e con le norme di comportamento che abbiamo assimilato fin da bambini.

Provare questa rabbia, sentirla montare dentro, ci fa sentire profondamente in colpa perché “non dovremmo”, perché “è sbagliato”.

Per questo, non ci concediamo la possibilità di vivere quell’emozione negativa.

Anzi, cerchiamo in ogni modo di soffocarla. Non le permettiamo di emergere attraverso le parole, le azioni e i comportamenti.

Spegniamo la luce e chiudiamo la porta, nell’illusione di farla sparire.

Ma così facendo, in verità, facciamo soltanto del male a noi stessi. Così facendo, infatti, accumuliamo tensioni che non trovano il loro naturale sfogo.

Come abbiamo sottolineato nel nostro articolo dedicato a come curare i disturbi psicosomatici, noi esseri umani non ci limitiamo a sentire un’emozione.

Se quando sei arrabbiato, senti il corpo rigido e il cuore che batte all’impazzata, c’è un motivo.

Se quando sei impaurito o ansioso, avverti i crampi allo stomaco e il respiro che si fa affannoso, c’è un motivo.

Quello che stai sperimentando sulla tua pelle è l’effetto dell’emozione che provi, degli ormoni che entrano in circolo in risposta a un certo stimolo, innescando una serie di reazioni a catena nell’organismo.

Si tratta di reazioni neurovegetative che hanno lo scopo di predisporci allo sforzo necessario a “combattere” oppure “scappare” secondo lo schema attacco o fuga.

Il battito cardiaco accelera, pompando sangue verso i muscoli, mentre i polmoni si gonfiano, catturando tutto l’ossigeno necessario. La digestione rallenta o si interrompe in modo da non consumare energie preziose, necessarie a fronteggiare la situazione che ci si trova davanti. Le pupille si dilatano così da lasciar entrare più luce e quindi più informazioni sul “nemico”…

Aumentano persino la concentrazione e l’attenzione.

Come abbiamo detto all’inizio, questo tipo di attivazione corporea è funzionale a reagire a uno stimolo.

Ma cosa succede se l’azione viene inibita?

Cosa accade se non diamo la possibilità a tutte queste tensioni di scaricarsi?

Succede che accumuliamo fino a esplodere. Lo stress, l’ansia, la rabbia, le emozioni non gestite correttamente mettono il nostro sistema nervoso autonomo sotto sforzo, sottoponendolo a una sollecitazione continua.

Ecco, allora, che emergono problemi come il mal di schiena psicosomatico.

Quel dolore cronico probabilmente è sorto in seguito a uno sforzo fisico, a un movimento sbagliato, a una postura scorretta, ma si mantiene nel tempo e si aggrava a causa dei conflitti irrisolti che ti porti dentro, delle emozioni che reprimi, delle parole che non dici…

A dimostrarlo sono diversi studi che hanno messo in connessione gli stati emotivi vissuti e la condizione della schiena e dei muscoli vertebrali.

Una situazione di relax e tranquillità corrisponde al rilassamento dei muscoli posturali. Stati di stress, ansia e preoccupazione, invece, inducono rigidità che causa dolorose contratture.

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Significato simbolico del mal di schiena psicosomatico

Sulla base delle osservazioni svolte, è possibile interpretare i diversi tipi di mal di schiena, attribuendo a ciascuno un significato.

Lombalgia: sentire tutto il peso su di sé

I problemi alla fascia lombare (lombalgia) sono solitamente la conseguenza di uno sforzo o di un peso eccessivo che sottopone le vertebre a uno schiacciamento.

Tale peso può essere inteso anche dal punto di vista simbolico, come la fatica di sostenere una situazione insopportabile alla quale sentiamo di non poterci sottrarre, per senso del dovere, spirito di sacrificio o perché non riusciamo proprio a dire di no.

Può trattarsi di un posto di lavoro in cui ci troviamo male perché non ci sentiamo valorizzati ma che non lasciamo nel timore di non trovare altro.

Oppure di una situazione familiare difficile.

O ancora di difficoltà con il partner.

Tutto questo ci fa sentire letteralmente schiacciati.

Cervicalgia: pulsioni frenate e troppi pensieri

Il dolore al collo e alla zona della cervicale più in generale sembra invece legarsi all’abitudine di trattenersi, cercando in ogni modo di controllare le proprie emozioni.

Quando vogliamo proteggerci da un’emozione troppo violenta o spiacevole, infatti, abbiamo tutti la tendenza ad assumere una postura difensiva, con le spalle che si chiudono e i muscoli del trapezio e della cervicale che si contraggono.

Le tensioni, quindi, vanno a scaricarsi tutte su quella delicata zona del corpo, che si fa sostegno non soltanto della testa, ma di tutto quello che contiene: pensieri, dubbi, preoccupazioni, paure

La cevicalgia psicosomatica (o artrosi ceervicale) spesso è il disturbo delle persone che hanno un forte senso del dovere, che si assumono responsabilità troppo grandi.

Dolore nella zona dorsale: paura di aprirsi alla vita

Il dolore che si manifesta nella zona dorsale della schiena viene associato a una condizione di paura verso la vita e il mondo

Mal di schiena psicosomatico: un circolo vizioso

Come spiegato nel libro “Qui e ora” di Ronald D. Siegel, un interessane volume in cui vengono trattate strategie quotidiane di mindfulness e meditazione, quello che si verifica quando si ha un mal di schiena psicogeno o psicosomatico è un vero e proprio circolo vizioso.

Magari, il dolore alla schiena nasce in seguito a uno sforzo muscolare effettivo.

Prendiamo il caso di un uomo impegnato in un trasloco che trascorre diverse ore di seguito a spostare mobili e suppellettili pesanti, finendo con l’affaticarsi o con il provocarsi uno stiramento muscolare.

Avverte un forte dolore e quindi teme di essersi fatto male sul serio alla schiena.

Ogni movimento porta con sé una fitta lancinante quindi cerca di fare attenzione, di misurare ogni passo. Sta rigido, tutto teso, nel tentativo di proteggersi dalla sofferenza.

A un certo punto, pensa anche di prendersi un giorno di ferie, perché sente di non farcela.

Ha paura che la cosa si possa aggravare.

Ma in verità ciò che sta amplificando il problema è la sua reazione a quel che sta accadendo. L’ansia e la preoccupazione, infatti, fanno tendere e contrarre i muscoli, accrescendo il dolore che, a sua volta, innesca pensieri sempre più negativi.

Così la mente, sollecitata dal dolore, prospetta scenari sempre peggiori e tutto questo rimuginare non fa che accentuare ancora di più il tormento.

Poi cosa accade?

Che entrano in gioco la rabbia, la frustrazione e il senso di impotenza. Che pensando a una lesione, a un problema grave, decide consapevolmente di ridurre il proprio livello di attività fisica, smettendo di fare sport o di uscire per andare a fare una passeggiata al parco.

Pensa, infatti, che questo tipo di attività potrebbero rivelarsi troppo impegnative, potrebbero sollecitare troppo i muscoli indolenziti.

Ma così facendo non si dà la possibilità di recuperare il tono muscolare e la mobilità. Lascia che il corpo si indebolisca anziché aiutarlo a riprendersi.

Inoltre, rinuncia ai benefici mentali e psicologici del sano movimento, capace di alleviare lo stress e gli stati di tensione.

Il risultato?

Una spirale negativa, un circolo vizioso senza fine e soluzione.

Mal di schiena psicosomatico: ecco perché ne soffri
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Superare il mal di schiena psicosomatico: ecco i rimedi per tornare a muoverti in libertà

Antidolorifici e giorni di riposo sono soltanto un palliativo per un problema come il mal di schiena psicosomatico.

Assumere un medicinale che allevi il dolore potrà aiutarti a rimetterti in piedi nel breve periodo.

Ma non può rappresentare una soluzione a lungo termine.

Se il tuo mal di schiena deriva da una postura mentale più che fisica, esso si ripresenterà di nuovo, come spia di un disagio interiore che ha bisogno di attenzione e cura.

Non puoi ignorarlo o metterlo a tacere.

Un aiuto concreto può venirti da esercizi di rilassamento muscolare, dalla meditazione e da alcune pratiche proprie della mindfullness che diversi terapeuti insegnano e praticano nelle sedute di psicoterapia individuale presso il Centro Il Filo di Arianna.

Ti illustriamo uno di questi esercizi, che potrai mettere in pratica in autonomia. Scopo di questo esercizio è permetterti di monitorare i tuoi pensieri preoccupati, così da accorgerti di quanto influiscano sul tuo stato di salute e sul dolore che avverti alla zona lombare o alla cervicale.

Tutto quello di cui hai bisogno sono carta e penna, da tenere a disposizione lungo tutto l’arco della giornata.

Ogni volta che senti montare l’angoscia o la preoccupazione per la tua schiena, traccia un segno su quel foglio.

Dopo un’ora, conta quanti segni ci sono sulla carta.

A questo punto, potrai renderti conto di come le emozioni e i pensieri giochino un ruolo enorme in questa dinamica e di quanta influenza ha la tua mente sul tuo corpo, sulle tensioni, sulle rigidità e quindi sul dolore.

Questo può essere l’inizio di un percorso verso un ritrovato benessere, anche grazie alla psicoterapia per i disturbi psicosomatici.

 

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