Come curare i disturbi psicosomatici

Come curare disturbi psicosomatici - psicoterapia roma prati

Riconoscere i disturbi psicosomatici

Alcune persone arrivano in terapia dopo essere state da diversi medici che le hanno visitate e le hanno trovate perfettamente in salute.

Quel mal di testa pulsante e continuo, quel bruciore allo stomaco che avvertono spesso, quella dermatite che non li lascia in pace non sembrano avere origine organica. I diversi esami a cui si sono sottoposti, le analisi e gli accertamenti hanno dato esito negativo.

Il problema c’è, è evidente.

Ma non si riesce a trovare una spiegazione fisiologica ai sintomi lamentati. E se non c’è diagnosi, non ci può essere nemmeno una terapia da prescrivere per poter stare meglio.

Sono forse impazziti?

Assolutamente no.

Semplicemente, si trovano a fare i conti con un disturbo psicosomatico o disturbo somatoforme, un tipo di disagio che si manifesta nel corpo (in greco “soma”) ma ha origine nella mente (in greco “psiche”).

Come le emozioni (represse) danneggiano il corpo

Tali disturbi vengono scatenati oppure aggravati da fattori di tipo emozionale, per esempio lo stress, l’ansia etc.

A differenza di quel che si crede comunemente, i disturbi psicosomatici non sono disturbi fittizi, inventati, frutto dell’immaginazione di chi li prova. Si tratta di vere e proprie malattie, che a lungo andare, se non trattate in modo adeguato, provocano danni reali e concreti all’organismo.

Pensiamo, per fare un esempio, all’ulcera gastrica: i nostri succhi gastrici diventano così acidi da arrivare a corrodere le pareti indebolite dello stomaco, perforandolo e provocando un’enorme sofferenza.

Tale condizione può essere aggravata dallo stress e dall’ansia, che vanno a scaricarsi sull’apparato gastrointestinale in quella che viene definita “somatizzazione”.

Ma ogni parte del corpo può essere coinvolta da un disturbo psicosomatico, trasformandosi in un tramite verso l’esterno di significati interiori. Persino la pelle può diventare specchio della psiche attraverso sfoghi allergici, fastidiosi dermatiti e altre manifestazioni.

Occorre riconoscere questi segnali lanciatici dal nostro corpo, proprio per evitare che il disturbo si aggravi fino a cronicizzarsi diventando un problema così grande da compromettere in modo evidente il nostro benessere e la nostra salute.

 

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Somatizzazioni e disturbi da conversione

Per comprendere la natura dei disturbi psicosomatici, dobbiamo fare un passo indietro e riflettere su come corpo e mente siano un tutt’uno, un sistema integrato e unitario, che viene influenzato da fattori biologici, psicologici e sociali.

Stiamo parlando di due realtà distinte soltanto in apparenza.

La loro stretta relazione ci appare evidente a un livello superficiale quando usiamo espressioni come “ho le farfalle nello stomaco” per indicare la sensazione che sentiamo quando siamo innamorati, oppure “mi sento ribollire di rabbia” o ancora quando diciamo che qualcuno “ha fegato” per indicare quanto sia coraggioso e impavido di fronte alle avversità e ai pericoli.

Corpo e mente comunicano costantemente tra loro, in un senso e nell’altro, scambiandosi informazioni e influenzandosi a vicenda.

È questo il principio fondamentale che sta alla base della psicosomatica, una branca della psicologia che studia l’interconnessione tra la nostra parte emotiva e affettiva e quella corporea.

È stato Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi e lo scopritore dell’inconscio, a indagare per primo quei disagi che, partendo da un conflitto psichico, si manifestavano con sintomi fisici.

Lui li chiamava disturbi di conversione.

A parer suo, infatti, il paziente che manifestava quei sintomi “convertiva” il conflitto psicologico in un disturbo fisico. Detto in termini ancora più semplici, il conflitto sorto nella mente veniva spostato su un organo (che in medicina psicosomatica viene definito “organo bersaglio”), su una specifica parte del corpo che si fa così portatore del disagio.

Con la somatizzazione, la mente ci parla attraverso il corpo.

È come se ci stesse inviando un segnale, un messaggio che deve essere decodificato. Ci sta dicendo che dentro di noi c’è qualcosa che non va a cui dovremmo prestare attenzione. Solitamente si tratta di emozioni represse e non sfogate, che trovano un altro modo per “venire a galla”.

Cosa causa le malattie psicosomatiche? Le basi biologiche di questi disturbi

Ma perché vengono questi disturbi?

Per capirlo, dobbiamo far riferimento a come funzioniamo, alla nostra fisiologia.

Quando proviamo un’emozione, il nostro corpo è attraversato da una tensione che trova sfogo liberandosi all’esterno.

Ma quando le emozioni vengono represse, l’energia non ha modo di scaricarsi.

In un certo senso, si accumula, andando a sovraccaricare il sistema nervoso autonomo che si trova sottoposto a una sollecitazione continua e logorante, a uno stress esagerato.

Lo stato di iper-eccitazione in cui è tenuto dalle emozioni negative quali ansia, vergogna, rabbia, fa sì che si attivino dei meccanismi di risposta tipici della reazione attacco-fuga.

Questo sistema di difesa che di solito entra in funzione quando ci troviamo in situazioni di emergenza, si innesca quando siamo di fronte a una potenziale minaccia contro cui dobbiamo reagire con prontezza. Immediatamente, il nostro sistema nervoso recepisce quest’informazione e agisce di conseguenza, dando il via a delle modificazioni corporee che servono a predisporre il nostro organismo ad attaccare e lottare contro il pericolo oppure a mettersi in salvo, correndo il più lontano possibile.

Pensiamo all’emozione dirompente della rabbia, che ha tra i propri “sintomi” tipici l’accelerazione del battito cardiaco che pompa sangue ai vari distretti corporei, l’aumento della frequenza respiratoria con i polmoni che si alzano e si abbassano rapidamente per incamerare più ossigeno possibile, il maggior tono muscolare e quella voglia improvvisa di “menare le mani”.

Tutti questi sintomi sono effetti dell’adrenalina in circolo, prodotta dalle ghiandole surrenali che si attivano in conseguenza di una situazione di minaccia.

È un meccanismo adattivo, che serve a proteggerci.

Il problema è che questo meccanismo adattivo presuppone una successiva azione che, però, quando l’emozione viene negata, non viene messa in atto.

L’energia non trova via d’uscita, la tensione non si allenta. Non c’è un rilascio, ma un accumulo che tiene il sistema nervoso sempre attivo, sempre in stato di emergenza.

Ecco, allora, che assistiamo alla cronicizzazione e all’insorgere del disturbo psicosomatico.

I pensieri negativi che fluiscono nella nostra mente, legati al disagio provato, non fanno altro che mantenere quello stato di allerta, amplificando i sintomi sperimentati.

 

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Guarire dai disturbi psicosomatici con la psicoterapia

Spesso, alla base dei disturbi psicosomatici troviamo una difficoltà nel riconoscere e gestire le proprie emozioni, in particolare quelle che vengono definite comunemente come “emozioni negative”: rabbia, vergogna, paura, tristezza.

La persona si trova in una sorta di anestesia emotiva di cui non si rende pienamente conto.

Questo, in alcuni casi, dipende dal fatto che si è vissuti in un contesto familiare o sociale all’interno del quale quelle emozioni venivano squalificate, non riconosciute, in cui non era ammesso provare quel tipo di sensazioni perché considerate sgradevoli, inopportune, inaccettabili o sbagliate.

Questo comporta l’impossibilità di dare un nome a quei vissuti, di parlarne apertamente.

Alla lunga, ciò ci induce a perdere il contatto con quelle emozioni, non riuscendo più a sentirle e a esprimerle nel modo giusto.

Ma le emozioni represse sono nemiche della nostra salute.

Ci pensa il corpo a tirare fuori quello che nascondiamo dentro, facendoci bruciare lo stomaco, colpendoci con un forte mal di testa oppure con l’asma.

Quando questo si verifica, ci troviamo di fronte a dei veri e propri blocchi emotivi che devono essere sciolti per tornare a vivere appieno la propria vita, ritrovando la serenità e il benessere, mentale e fisico.

Medicine e altri rimedi non sono sufficienti a spegnere la sofferenza legata ai disturbi psicosomatici.

Il modo migliore per rispondere a questa chiamata a prendersi cura di sé stessi e della propria interiorità è intraprendere un percorso di psicoterapia per guarire dai disturbi psicosomatici.

Accompagnato dal terapeuta, il paziente che soffre di disturbi psicosomatici compie un viaggio dentro di sé, che lo porta a fare luce sulle cause intime e profonde del disagio sperimentato, facendo emergere i nodi problematici, i conflitti emotivi che sono alla base del sintomo fisico.

Prendere consapevolezza di quei vissuti è il primo passo per potersi liberare, dando un senso e un significato al messaggio di cui il corpo si fa portatore sofferente. Si comprende qual è la funzione di quei sintomi che sono, di fatto, segnali di un disagio interiore, che spesso ha a che fare con bisogni profondi inespressi o non soddisfatti.

In terapia si può imparare a gestire in modo efficace quelle emozioni, ad affrontare quei conflitti irrisolti, a liberarsi.

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