Genitori amici

Genitori amici riflessione psicoterapia roma prati

Genitori amici: una riflessione psicoeducativa

Nella mia esperienza personale e professionale sempre più frequentemente mi confronto con genitori di figli adolescenti che si percepiscono inefficaci, incapaci di porre dei limiti, di assumere una posizione autorevole.

È una difficoltà comune che può sottendere molteplici cause da rintracciare nella condizione specifica e nell’esperienza singolare.

In queste brevi righe forniremo alcuni input di riflessioni su un tema attuale e comune all’esperienza di molte persone: “i genitori amici “.

Adolescenze prolungate

La crisi economica e la precarietà lavorativa sono dati concreti che incidono in modo sempre più pervasivo sulla quotidianità e la qualità di vita delle famiglie.

Lo svincolo dei figli adulti dalle famiglie d’origine è posticipato intorno ai 35 anni.

Ciò rivoluziona le fasi del ciclo vitale individuale e familiare.

genitori amici riflessione psicoterapia roma prati
Immagine di senivpetro su Freepik

La realtà concreta è in profonda connessione con gli equilibri psicologici ed emotivi nell’imprescindibile interazione individuo – ambiente.

Nel lavoro in stanza di psicoterapia con le famiglie ho il privilegio di osservare un denominatore comune diffuso: la presenza di ruoli e confini confusi, le differenze generazionali sono sempre più sfumate.

Spesso, genitori e figli appaiono, sia fisicamente che a livello più profondo, come due fratelli in una relazione simmetrica.

Dall’educazione normativa all’educazione affettiva

In passato le famiglie erano strutturate su ruoli e confini chiari e differenziati. Gli uomini lavoravano e si occupavano del guadagno economico e le donne curavano i figli e la casa. I genitori, in particolare i padri, spesso erano autoritari, normativi e poco intimi con i figli.

La coppia era dipendente e complementare: funzioni diverse e non sovrapponibili.

Oggi, sembra che per reazione si sia affermato un modello opposto, sbilanciato sul polo affettivo a scapito di quello normativo. La coppia è simmetrica: entrambi i genitori lavorano e si occupano della cura dei figli. L’emancipazione è indubbiamente un traguardo importante e fondamentale ma nelle nuove configurazioni relazionali si rischiano dinamiche competitive e ruoli confusi.

Lo smarrimento dei padri e il senso di colpa delle madri

La maggior parte delle famiglie vive la quotidianità in modo sovraccarico, con ritmi frenetici e poco tempo per momenti di distensione e di svago.

I “nuovi padri” esprimono timidamente una difficoltà a riconoscersi in una chiara identità, senza sentirsi impotenti e inadeguati, schiacciati dal modello dei propri padri “sicuri e assertivi” e senza percepirsi come “mammi”.

Le madri, parallelamente, provenienti da un modello femminile in cui la maternità era totalizzante possono vivere come sottrazione ai figli i propri spazi lavorativi e personali.

Il senso di colpa genitoriale contribuisce ad impedire la leggitimizzazione all’autorevolezza.

Figli di chi? L’importanza dell’Appartenenza

genitori amici adolescente psicoterapia roma prati sostegno alla genitorialità

Immagine di Freepik

 

Per i figli sono fondamentali sia gli abbracci che i limiti.

È necessario integrare la dimensione affettiva e quella normativa.

L’obiettivo non è quindi idealizzare la famiglia tradizionale e demonizzare le nuove famiglie ma promuovere una ricerca di senso e di libertà consapevole.

Essere genitori è complesso e non esiste un manuale di istruzioni.

Nell’esperienza genitoriale riemergono nodi irrisolti della storia di sviluppo dei genitori, aspetti non elaborati del proprio vissuto pregresso.

È in una cornice multigenerazionale che occorre conoscere e comprendere le dinamiche familiari.

Inoltre, la co-genitorialità è interconnessa alla qualità della relazione di coppia, che richiede capacità di adattamento e flessibilità.

Le relazioni non hanno un equilibrio statico altrimenti non potrebbero crescere ed evolversi, bensì seguono il flusso del ciclo vitale. Ad esempio, una coppia con figli piccoli vivrà sfide adattive differenti dal una coppia con figli adulti in fase di svincolo.

In una famiglia, al di là della sua composizione e della fase del ciclo vitale sono fondamentali ruoli e confini chiari, che garantiscono ai figli riferimenti protettivi.


Essere amici dei figli può ostacolare il loro percorso di crescita.
Un genitore amico non può essere riconosciuto in una posizione adulta e quindi non viene ascoltato nella trasmissione di regole e limiti. Le conseguenze psicologiche per un figlio che non riconosce nessuno “sopra di sé” possono essere molteplici, tra cui:

  • Senso di profonda solitudine che può contribuire a generare la ricerca di relazioni ed esperienze compensative disfunzionali (ad es. dipendenze patologiche).
  • Assenza di sicurezza e protezione, che può minare la fiducia in sé stessi e negli altri.
  • Mancata esperienza della frustrazione, fondamentale per coltivare il desiderio.
  • Percezione di “invisibilità” e richieste implicite di attenzione.
  • Mancata esperienza e interiorizzazione dei limiti.
  • Percezione frequente di noia e ricerca di sensazioni forti attraverso esperienze rischiose.
  • Senso di irresponsabilità o al contrario eccessiva adultizzazione
    per sopperire al “vuoto” percepito sul piano genitoriale.
  • Difficoltà scolastiche, non solo relative al rendimento ma anche all’inserimento in un contesto strutturato in cui vigono regole.
  • Disagi relazionali: riproposizione di ruoli confusi e confini poco protettivi nelle relazioni interpersonali extrafamiliari.
  • Difficoltà a sviluppare un senso di appartenenza necessario per la crescita e l’autonomia: non esiste possibilità reale di separazione dalla famiglia senza appartenenza.

Il filo rosso della crescita

È con la lente della comprensione e non del giudizio che in psicoterapia familiare si incontra la famiglia, considerata una risorsa fondamentale nel percorso di cura.

La persona che sviluppa un sintomo di disagio esprime la sofferenza familiare e il blocco evolutivo personale e collettivo. La crescita si colloca su un continuum, ogni fase di sviluppo è connessa alla precedente e alla successiva.

Se ad esempio, un bambino non ha ricevuto i famosi “no che fanno crescere”, non potrà in adolescenza accettare e rispettare i limiti e le regole. Analogamente, un genitore riproporrà nello svolgere il suo ruolo ciò che ha interiorizzato nella propria esperienza da figlio.

Sarà fondamentale esplorare il vissuto da figli dei genitori per individuare i nodi irrisolti e sostenere il passaggio di consapevolezza dal senso di colpa all’assunzione di responsabilità, verso la realizzazione di uno stile educativo autorevole che integri la dimensione normativa e quella affettiva.

L’importanza della dimensione normativa nella crescita non incide solo sul piano comportamentale ma soprattutto sulla sfera emotiva, sulla costruzione dell’identità.
I ruoli e i confini non costituiscono una distanza nella relazione ma, al contrario, sono i pilastri dell’intimità.

A cura della Dott.ssa Giulia Gregorini

Psicologa – Psicoterapeuta

Sostegno alla genitorialità Roma Prati - Contattaci per un appuntamento