Esiste la gelosia sana?

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“La gelosia, più la scacci e più l’avrai

Tu eri mia, di chi sei più non lo sai

Complicità, ma che gran valore ha

Sincerità, che fortuna chi c’è l’ha”

La gelosia è un sentimento umano, umanissimo. Quando temiamo di perdere la persona amata a causa di un potenziale rivale oppure quando sospettiamo un tradimento, ecco che si scatena questa reazione istintiva, fatta di inquietudine, preoccupazione, tristezza, ansia e spesso rabbia.

Secondo alcune teorie, la gelosia ha una funzione evolutiva, necessaria a garantire la prosecuzione della specie e la sopravvivenza. Dicono sia comparsa agli albori dell’umanità, quando l’essere umano ha cominciato a muovere i suoi primi passi sulla Terra.

Il maschio era geloso per garantirsi una prole legittima. Attraverso la sua gelosia, evitava che la partner si accoppiasse con altri e generasse figli non suoi. La femmina, invece, era gelosa per poter tenere legato a sé il compagno e garantire protezione e sostentamento a sé e ai propri piccoli.

Ricerche e sperimentazioni condotte sui primati sembrerebbero confermare un legame profondo tra gelosia e monogamia.

Dunque, la gelosia è presente in natura.

È connaturata all’essere umano.

Una certa quota di gelosia può rivelarsi persino utile alla coppia. Per esempio, se percepiamo una distanza rispetto al nostro partner, quest’impulso può aiutarci a recuperare la relazione. Può spingerci a renderci conto quanto sia importante l’altro per noi, spronandoci a impegnarci di più.

La gelosia è una prova d’amore?

Abbiamo cominciato questo articolo con una citazione. “La Gelosia” di Adriano Celentano.

Non è un riferimento casuale.

Esistono centinaia di canzoni, testi, romanzi e film che raccontano il sentimento della gelosia. Spesso con parole errate. In molti casi, assistiamo a una vera e propria romanticizzazione della gelosia Se lui (o lei) ha un atteggiamento possessivo, è soltanto perché ti ama troppo. Non potrebbe vivere senza di te. Il solo pensiero di perderti gli fa mancare l’aria e gli spezza il cuore. Vista da questa prospettiva, la gelosia sembra una prova d’amore, vero e grande.

Ma non lo è affatto.

In realtà, la gelosia nasce dalla paura, da un profondo senso di insicurezza. È innescata dal timore, spesso del tutto infondato, di poter perdere qualcosa che ci è caro e che riteniamo fondamentale per la nostra stessa sopravvivenza: qualcuno che si prenda cura di noi.

La gelosia nei bambini

Lo vediamo nei bambini, soprattutto quelli più piccoli.

Quando nasciamo, non siamo in grado di badare a noi stessi. Non potremmo sopravvivere senza qualcuno che ci nutre, ci scalda e ci protegge dal mondo esterno: i nostri genitori. Sono loro il nostro punto di riferimento. Sono loro a farci sentire accuditi e protetti. La loro stessa presenza ci rassicura rispetto al mondo esterno, grande e sconosciuto.

Così, se ci rendiamo conto che la loro attenzione si volge altrove, avvertiamo una sensazione di paura. Ci sentiamo esposti, potenzialmente in pericolo.

Per questo cominciamo a essere gelosi di mamma o papà.

È quel che accade quando nasce un fratellino o una sorellina. Ci accorgiamo di non essere più soli, che le energie e il tempo dei nostri genitori non sono più soltanto nostri ma dobbiamo condividerli con un terzo “incomodo”.

Gelosia sana e gelosia morbosa

Quella che vediamo nei bambini è una gelosia del tutto normale.

Negli adulti, invece, possiamo distinguere due tipologie di gelosia:

  • la gelosia sana, fisiologica
  • la gelosia morbosa, patologica

Come abbiamo detto in precedenza, una certa quota di gelosia è connaturata all’essere umano e alla vita di coppia.

Possiamo definirla fisiologica e sana quando compare di rado ed è motivata, innescata da degli eventi particolari. Per esempio, quando qualcuno fa degli apprezzamenti pesanti oppure riserva delle attenzioni al tuo partner, è del tutto normale provare un senso di fastidio e insofferenza. Così come è naturale provare gelosia se noti che la tua compagna flirta con qualcun altro.

Ma quando questo sentimento si spinge oltre ogni limite, sfocia in una sorta di malattia: la gelosia patologica. Qualcosa di tormentoso, venato di ossessività e senso di possesso, che invece di rafforzare il legame tra due persone, lo distrugge completamente.

Chi soffre di gelosia patologica crede che l’altro sia tutto il suo mondo. Senza di lui o di lei pensa di non potercela fare, proprio come un bimbo piccolo che deve avere accanto i propri genitori per poter sopravvivere.

Da questo punto di vista, potremmo dire che la gelosia ha molto a che vedere con la delega della cura di noi stessi e con la dipendenza affettiva.

Alle origini della gelosia patologica

Per comprendere la vera natura della gelosia, dobbiamo fare un passo indietro e risalire fino a quel periodo fondamentale nella formazione emotiva e psicologica di ognuno di noi: l’infanzia.

Da bambini, non siamo in grado di badare a noi stessi e di soddisfare ai nostri bisogni primari. Abbiamo bisogno che sia qualcun altro a prendersi cura di noi. Di fatto, sperimentiamo uno stato di completa dipendenza dai nostri genitori. Una dipendenza materiale perché sono loro a darci da mangiare, a coprirci quando fa freddo, a venire in nostro soccorso quando stiamo male. Ma una dipendenza anche psicologica ed emotiva, perché i nostri genitori sono uno specchio in cui ci riflettiamo. I loro gesti, le loro parole, il loro modo di interagire con noi dà forma all’immagine che abbiamo di noi stessi.

Poi cresciamo. E man mano che diventiamo adulti, siamo chiamati a svincolarci da loro e assumerci la responsabilità di noi stessi. Passiamo dalla completa dipendenza all’autonomia. Si avvia quello che il grande psicoanalista Jung definisce processo di individuazione.

Non è detto, però, che tutto fili liscio.

L’infanzia è una fase estremamente delicata. Il modo in cui i genitori rispondono ai bisogni del bambino può incidere in modo profondo sullo sviluppo della sua autostima. È proprio il senso di autoefficacia che si forma in quell’età a consentire all’individuo di costruire la propria futura indipendenza, la capacità di trovare in sé stesso il proprio centro. Se durante questo processo qualcosa va storto, c’è il rischio di non riuscire a compiere il passaggio necessario ad assumere su di sé la propria cura.

Potrebbe accadere che il bambino viva esperienze di abbandono precoce per varie ragioni, per esempio a causa dell’assenza di uno o di entrambi i genitori o magari di un lutto. Si tratta di situazioni che instillano un senso di precarietà e insicurezza. Nasce così la convinzione che le figure di riferimento prima o poi lo abbandoneranno.

Potrebbe anche accadere che il bambino sperimenti una deprivazione emotiva. Ciò accade quando si cresce all’interno di una famiglia che non è in grado di rispondere ai bisogni emotivi del figlio. Un nucleo familiare dove si riceve tutto in termini concreti e materiali ma che è carente per quel che riguarda il calore, l’affetto, l’accettazione.

Tutto questo può farci rimanere incastrati in una dimensione infantile, che ci fa sentire insicuri e bisognosi di costanti rassicurazioni, anche da adulti. Di fatto, non ci sentiamo degni di amore e fiducia perché non ne abbiamo ricevuti a sufficienza. Una condizione del genere è alla base della gelosia patologica. Il geloso patologico, infatti, esattamente come il bambino piccolo, sente di dipendere completamente dall’altro. Il partner viene visto come il genitore che deve a ogni costo soddisfare i suoi bisogni, prendersi cura di lui.

Chi prova una gelosia morbosa pretende dal proprio partner un amore incondizionato. Un tipo di amore che, però, è diritto esclusivo e assoluto soltanto del bambino in quanto creatura indifesa e incapace di badare a sé stessa.

Quello che sente il geloso non è amore, ma bisogno. Un bisogno che non può essere colmato in alcun modo dall’altro.

Sintomi della gelosia morbosa

Chi soffre di gelosia morbosa assume atteggiamenti e comportamenti tipici e riconoscibili. Potremmo parlare di veri e propri sintomi della gelosia che si manifesta in vario modo:

1) Paura irrazionale di essere lasciato o abbandonato

Il geloso sperimenta un profondo senso di angoscia all’idea che l’altro possa andare via. Questa paura è del tutto irrazionale, insita in lui. Tanto che si manifesta anche in assenza di un evento che potrebbe giustificare una reazione gelosa, come un tradimento.

2) Bisogno di controllo

Il timore di perdere la persona amata induce il geloso a cercare in ogni modo di controllare il proprio partner. Quando esci, vuole sapere con chi vai e dove. Fa continuamente domande, anche a trabocchetto. Nella sua mente, chiunque potrebbe essere il tuo amante. Legge i tuoi messaggi di nascosto. Controlla le tue interazioni sui social network, cercando magari di scoprire la tua password per entrare nelle tue chat. Potrebbe addirittura arrivare a pedinarti per sapere cosa fai quando non siete insieme.

3) Sospetti costanti e scenate

Il possibile tradimento e l’abbandono sono una vera ossessione per il geloso patologico. Per questo, vive nel sospetto. Qualsiasi gesto o comportamento dell’altro lo mette in allarme. È tormentato dal dubbio ed è come se fosse alla costante ricerca di una prova di infedeltà. Di conseguenza assume un atteggiamento al limite del persecutorio nei confronti del partner e spesso di lascia andare a vere e proprie scenate di gelosia se l’altro interagisce con un potenziale rivale, anche solo per salutarlo.

4) Bassa autostima

Ciò che guida le azioni del geloso è il suo profondo senso di inadeguatezza. Di solito, ha un’autostima molto bassa, è roso dall’insicurezza.

5) Invidia verso potenziali rivali

Dominato dalla paura e dall’insicurezza, il geloso patologico prova invidia nei confronti di potenziali rivali. Egli crede che la persona amata gli verrà portata via da qualcuno migliore di lui perché, nel profondo di sé, sente di non meritarla, di non essere abbastanza.

 

Come vincere la gelosia patologica

È possibile che l’altro membro della coppia colluda con i comportamenti del partner geloso. In questo caso, si dà vita a una relazione che è più simile al rapporto tra genitore e figlio piuttosto che tra due persone adulte che si amano e sostengono a vicenda.

È un rapporto che si fonda sull’accudimento.

In altri casi, però, il partner non tollera la gelosia. La vive come una vera e propria violenza, una costrizione che limita la sua autonomia. Sente tutto il peso opprimente di questa situazione e per questo finisce con l’allontanarsi.

Il geloso, dunque, sperimenta il suo peggiore incubo: l’abbandono.

Come vincere la gelosia patologica?

Per guarire da questa ferita, è necessario lavorare su sé stessi con la psicoterapia. Attraverso questo percorso, il paziente viene guidato alla comprensione delle dinamiche e dei processi che sono alla base della gelosia morbosa, frutto di un profondo senso di insicurezza e sfiducia La consapevolezza è il primo passo per risolvere questo problema. Imparare a vivere le proprie relazioni affettive in modo sano, significa anche concedere all’altro e a sé stessi quello spazio di autonomia che è fondamentale perché un rapporto funzioni.

L’amore è libertà.

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