Attacco di panico: come si manifesta e come gestirlo

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L’attacco di panico è un’esperienza profondamente destabilizzante.

Un momento prima stai parlando con la persona accanto a te, tranquillo. L’istante dopo, è come se fossi catapultato dentro un incubo, ma a occhi aperti. Non riesci nemmeno a capire bene cosa stia accadendo intorno. Senti soltanto la paura montare dentro di te e travolgerti.

Ti senti totalmente in balia, incapace di riprendere il controllo.

Se hai avuto un attacco di panico, sai bene di cosa stiamo parlando. Conosci perfettamente le sensazioni: il cuore che accelera i battiti all’improvviso, come se avessi corso; il respiro che si fa affannoso, difficile; i muscoli che si contraggono da soli e non sembrano più voler rispondere ai comandi. Ti senti confuso, incapace di ragionare in modo lucido, come scollato dalla realtà circostante.

Il primo pensiero che ti passa per la mente è: “ho un infarto, sto morendo”. Oppure pensi: “Sto impazzendo, non è possibile”.

Questo tipo di pensieri, estremamente negativi, sono molto comuni nell’attacco di panico.

Di fatto, interpretiamo i sintomi fisici della forte ansia che proviamo in modo catastrofico, come fossero il segnale che sta accadendo qualcosa che mette a rischio la nostra vita.

Tanto che, chi viene colpito da un attacco di panico per la prima volta, spesso fa chiamare i soccorsi. Chiede l’intervento di un’ambulanza perché è davvero convinto che se non lo aiuteranno morirà. Ma non serve andare in pronto soccorso.

Così come è cominciato, all’improvviso, senza avvisaglie di sorta, l’attacco di panico si interrompe da solo.

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I sintomi dell'attacco di panico includono sudore, tremori, palpitazioni e il timore di stare per morire

Riconoscere l’attacco di panico: i sintomi

Per capire come gestire e superare un attacco di panico, partiamo dalle basi. Cos’è l’attacco di panico e quali sono i suoi sintomi?

L’attacco di panico è uno dei principali disturbi d’ansia. Uno dei più comuni e diffusi, a dire la verità.

Se ne soffri, non sei certo l’unico e non devi sentirsi solo.

Secondo gli studi, infatti, circa l’1.5% della popolazione italiana soffre di disturbo di panico. Stiamo parlando di quasi due milioni di persone, tra uomini e donne, giovani e adulti.

Questi dati risalgono al 2018 e non tengono conto di una variabile piuttosto rilevante: la pandemia di Coronavirus, il lockdown, le restrizioni e l’ impatto di tutto questo sulla salute mentale delle persone.

Negli ultimi tre anni, si è registrata un’impennata di casi di depressione, stati d’ansia e attacchi di panico, nelle diverse fasce d’età, ma soprattutto tra i giovani.

I sintomi dell’attacco di panico possono essere distinti in due categorie: fisici (o somatici) e cognitivi. È quel che proviamo nel corpo e l’insieme dei pensieri che ci passano per la testa in quei terribili momenti.

Sintomi fisici dell’attacco di panico

I sintomi fisici dell’attacco di panico comprendono:

  • tachicardia e palpitazioni
  • sudorazione improvvisa
  • tremori
  • formicolio o sensazione di intorpidimento alle mani e/o ai piedi (sono le cosiddette parestesie)
  • respiro affannoso, che porta la cosiddetta “fame d’aria”
  • dolore o senso di oppressione al petto
  • brividi o vampate di calore
  • mal di stomaco, nausea

Non è detto che durante un attacco di panico queste sensazioni si presentino tutte contemporaneamente. L’esperienza di ciascuno è diversa.

Sintomi cognitivi dell’attacco di panico

I sintomi cognitivi dell’attacco di panico sono:

  • esperienza di derealizzazione. Molte persone che soffrono di attacchi di panico riportano di sentirsi come fuori di sé, come se avessero perso il contatto con il mondo che li circonda, con la realtà stessa
  • esperienza di depersonalizzazione. È una sensazione di irrealtà e di distacco da sé, dai propri pensieri e dal proprio corpo o da parti di esso
  • forte paura di perdere totalmente il controllo
  • timore di impazzire
  • paura di morire

Di fatto, questi pensieri di tipo catastrofico (“Aiuto sto morendo” “Sto perdendo la testa” etc) non fanno altro che alimentare il disagio che proviamo, amplificando la paura e sostenendo l’attacco di panico.

 

Attacco di panico: quanto dura?

Come abbiamo detto poco fa, l’attacco di panico si risolve da solo, andando in remissione spontaneamente. A chi lo prova, sembra che non finisca mai. Il tempo appare dilatato, espanso all’infinito.

Eppure, l’attacco di panico dura in media dai 5 ai 20 minuti. Soltanto che è talmente terribile che perdiamo completamente la bussola. È vero pure che, in alcuni casi, l’attacco di panico può protrarsi per un tempo più lungo, che solitamente non supera l’ora.

Come ti senti dopo un attacco di panico

Spossato, stanco, senza energie, completamente svuotato: così si sente chi ha appena vissuto l’escalation di ansia che porta all’attacco di panico.

Quel che peggio, però, è quella sensazione che ti attanaglia lo stomaco: la paura che possa accadere di nuovo.

Quando hai avuto un attacco di panico, il tuo timore più grande è quello di dover rivivere quelle sensazioni così forti e destabilizzanti.

È quella che chiamiamo in termini semplici “paura della paura”.

Si tratta di un meccanismo psicologico subdolo, capace di dare vita a un vero e proprio circolo vizioso. La persona, infatti, comincia a modificare le proprie abitudini e a mettere in atto dei comportamenti “protettivi”, volti cioè a evitare che quella brutta esperienza si ripeta.

Si comincia a pensare sempre più spesso alla paura, a quanto sia tremendo provarla. Siamo costantemente preoccupati, sempre allerta, sul chi vive. Finiamo così in una spirale di pensieri negativi che ci inducono a fare continuamente un check sul nostro corpo.

Controlliamo quasi ossessivamente le sensazioni che proviamo, come fossimo alla ricerca dei segnali che preannunciano un nuovo attacco di panico.

Portata alle sue estreme conseguenze, la paura della paura ci conduce verso l’evitamento.

Nel timore di avere un nuovo attacco di panico, cominciamo a evitare quelle situazioni e quei luoghi che innescano in noi uno stato d’ansia.

  • Smettiamo di uscire con gli amici la sera
  • non frequentiamo più centri commerciali
  • non prendiamo più i mezzi pubblici
  • Smettiamo di guidare, se è il metterci al volante che provoca un senso di angoscia.

Nei casi più gravi, la persona che soffre di attacchi di panico può arrivare a chiudersi in casa perché ha troppa paura di uscire e affrontare il mondo esterno. Teme che lontano dal suo rifugio sicuro potrebbe sentirsi male.

L’evitamento è qualcosa di davvero invalidante, che rischia di compromettere il benessere psico-fisico della persona, impedendogli di vivere una vita “normale”.

 

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Perchè viene l'attacco di panico? Spesso, i sintomi che avvertiamo sono un campanello d'allarme
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Perché viene l’attacco di panico?

Se sei arrivato fin qui, probabilmente hai sperimentato l’attacco di panico almeno una volta e ti stai domandando da cosa deriva questo disturbo.

Perché vengono gli attacchi di panico? Quali sono le sue cause?

Nelle prossime righe, troverai la risposta a questo dubbio.

Dobbiamo partire da una considerazione: mente e corpo sono strettamente collegati e comunicano tra di loro in ogni istante. Questo è l’assunto fondamentale della psicosomatica Di conseguenza, le emozioni che sentiamo hanno un corrispettivo corporeo. Pensaci bene: quando sei felice, triste oppure sei arrabbiato, provi anche delle sensazioni fisiche, che hanno a che fare con l’attività del sistema nervoso (sistema simpatico e parasimpatico).

La rabbia ci fa accalorare. La pressione sanguigna si alza, il cuore batte più forte, i muscoli si tendono.

L’emozione scatena una serie di modificazioni corporee che ci predispongono all’azione.

Secondo diversi studi, accade anche il contrario: se atteggiamo il corpo in un certo modo, possiamo suscitare dentro di noi una specifica emozione. Adottare una postura rilassata e sorridere volontariamente per alcuni minuti, fa sì che ci sentiamo bene, quasi felici.

Ciò significa che mente e corpo si influenzano a vicenda.

Bene. Ma cosa c’entra tutto questo con l’attacco di panico?

Ci arriviamo subito.

Il fatto è questo: un’emozione, se riconosciuta, può raggiungere il suo apice e trovare uno sbocco, un modo per esprimersi all’esterno. La tensione emotiva si accumula fino a quando non viene scaricata. Come quando ci sentiamo molto stressati ed esplodiamo in un pianto liberatorio.

Subito dopo ci sentiamo stanchissimi, ma siamo riusciti a buttare fuori.

Non sempre, però, siamo in grado di riconoscere l’emozione che stiamo provando. Talvolta la reprimiamo perché non riusciamo ad accettarla o perché nell’ambiente in cui ci troviamo a vivere non abbiamo la possibilità di esprimerla.

Quell’emozione soffocata, però, non sparisce e la tensione che provoca mantiene il nostro sistema nervoso in uno stato di iperattivazione costante.

È questa sovraeccitazione che scatena l’attacco di panico.

Tutte le sensazioni fisiche che sentiamo quando abbiamo un attacco di panico non sono altro che il corrispettivo di un’emozione non compresa.

Attraverso quei sintomi somatici, il nostro corpo ci parla e ci chiede a gran voce di ascoltarci, di volgere lo sguardo verso la nostra interiorità per prendere consapevolezza di quello che si muove dentro di noi.

L’impressione che abbiamo è che l’attacco di panico venga fuori dal nulla. Molti dicono che è come un fulmine a ciel sereno. Qualcosa di imprevisto e imprevedibile, a cui non siamo pronti.

Ti senti agitato e ansioso, senza capire il perché. Magari continui a ripeterti che non c’è alcun motivo per sentirti così.

E invece c’è.

Sotto quell’ansia che sfocia in attacco di panico c’è qualcosa che reprimi da tempo. Potrebbe essere rabbia, tristezza, invidia, disprezzo. Sono tutte emozioni negative che non possiamo tollerare perché conflittuali, perché vanno a incidere sull’immagine che abbiamo di noi stessi. Sono vissuti che ci fanno sentire sbagliati e in colpa.

Per questo, li nascondiamo anche a noi stessi.

Se non ti dai la possibilità di esprimerle, però, queste emozioni troveranno una strada per uscire fuori, in un modo o nell’altro. Talvolta lo fanno sotto forma di somatizzazioni, disturbi psicosomatici che vanno a colpire organi o sistemi, causando disagio e sofferenza anche fisica.

In altri casi, danno vita all’attacco di panico, che andrebbe interpretato come un segnale d’allarme che il nostro corpo ci lancia.

È la spia di un disagio latente che esplode e che dovrebbe indurci a riflettere su noi stessi, su quello che proviamo realmente e spingerci verso un cambiamento per riuscire a vivere un’esistenza realmente autentica.

In poche parole, essere davvero noi stessi.

 

Miglior farmaco per curare l’attacco di panico

Capita spesso che nel nostro studio psicoterapia di Roma Prati arrivino pazienti che soffrono a causa forti stati d’ansia e attacchi di panico. Queste persone vanno spesso alla ricerca di un rimedio immediato per uscire da questa condizione di profondo disagio che si trovano a vivere.

Vogliono eliminare gli attacchi di panico per sentirsi finalmente bene.

E probabilmente, se sei arrivato fin qui a leggere, anche tu ti stai domandando quale possa essere una cura efficace contro gli attacchi di panico.

Esistono sicuramente dei farmaci che possono aiutare ad alleviare i sintomi, sopratutto nei casi più gravi. Molto spesso vengono utilizzare le benzodiazepine come il Tavor, lo Xanax, il Valium etc. che hanno un effetto sedativo e ansiolitico. In altri casi, vengono utilizzati degli antidepressivi.

Tali farmaci possono essere prescritti esclusivamente dal medico, che deve anche monitorare la cura. Queste sostanze, infatti, danno assuefazione e possono scatenare una forte dipendenza. Inoltre, possono causare diversi effetti collaterali, esplicitati nel foglietto illustrativo.

Al di là di questo, però, la cura farmacologica degli attacchi di panico, per quanto efficace, è soltanto un modo per silenziare il problema.

Mandare giù una pastiglia o prendere delle gocce può far sparire i sintomi? Certo. Ma i farmaci agiscono soltanto a livello superficiale, sulle manifestazioni del disagio.

Ciò che lo ha causato, resta dentro di noi.

È come se stessimo togliendo l’audio a un grido straziante. Il dolore che lo ha innescato non viene cancellato Cosa fare allora per guarire dagli attacchi di panico? Di seguito alcuni rimedi salvavita e dei suggerimenti utili per imparare a gestirli e superarli.

 

Attacco di panico: come si manifesta e come gestirlo
La psicoterapia offre un supporto importante a chi soffre di attacchi di panico

Attacchi di panico: alcuni rimedi immediati

Chi si rivolge al centro di psicoterapia Il Filo di Arianna, può trovare numerosi terapeuti esperti nel trattamento di ansia e attacchi di panico. I suggerimenti che seguono sono frutto della nostra formazione e dell’esperienza con i nostri pazienti.

La prima cosa da fare è cercare di disinnescare il circolo vizioso in cui cade chi soffre di attacchi di panico.

Come?

Attraverso l’informazione. Durante le prime sedute, aiutiamo il paziente a capire che le sensazioni sgradevoli che prova durante un attacco di panico (respiro affannoso, cuore a mille, nausea, vertigini etc.) sono normali e non hanno nulla di pericoloso.

  • Non stai correndo un reale pericolo.
  • Non ti sta accadendo niente di male.
  • Non stai impazzendo né sei malato.

Tutto quello che percepisci è l’effetto di una forte scarica di adrenalina che ti attraversa il corpo.

Non ha nulla di diverso da quel che provi alla fine di una corsa a perdifiato.

Non c’è nulla che non va in te.

Essere consapevole di tutto questo, ti mette nella condizione di gestire l’attacco di panico, mettendo in atto una serie di semplici tecniche di rilassamento. Se hai l’impressione che ti manchi il fiato e stai per soffocare, pensa che si tratta soltanto di una sensazione momentanea, transitoria.

Focalizzati sul respiro.

Inspira in modo lento e profondo, lasciando che l’aria entri nei tuoi polmoni. Trattienila qualche istante e poi espira.

Ripeti questo esercizio per dieci respiri consecutivi.

Ancora meglio se riesci a effettuare una respirazione diaframmatica, gonfiando l’addome anziché i polmoni. Respirare in modo consapevole e lento aiuterà ad abbassare i livelli di ansia, riportandoli a un valore normale.

Altro consiglio fondamentale per riuscire a superare un attacco di panico è quello di non cercare di controllare i sintomi. Sono passeggeri, presto svaniranno. Se senti montare l’onda di piena del panico, prova anche la pratica del rilassamento muscolare progressivo.

Secondo la nostra esperienza, l’arma più potente contro l’attacco di panico è la meditazione.

Imparare a meditare, seguendo le istruzioni fornite da un terapeuta o anche da un maestro può aiutarti molto. Quanto più sarai avanti nella pratica e avrai appreso questa competenza e le diverse tecniche a disposizione, tanto più sarai in grado di gestire l’attacco di panico quando si scatena.

La meditazione è molto più potente di qualunque farmaco. E non ha controindicazioni. Ma i benefici non si riducono a questo. Infatti, la pratica della meditazione ci permette di abbassare i livelli di stress e ansia generale e di raggiungere uno stato di maggior serenità.

Ciò significa che sarà molto più difficile avere un nuovo attacco di panico, che non è altro che l’apice, la gradazione massima dell’ansia.

Come aiutare chi ha un attacco di panico

È possibile che tu abbia una persona molto cara che soffre di attacchi di panico. Potrebbe essere un amico oppure il tuo partner. Sicuramente, se hai assistito a uno di questi eventi, ti sarai chiesto come poter aiutare chi ami in quella situazione.

Cosa dovresti fare? Cosa dovresti (o non dovresti) dire?

Per affrontare un attacco di panico insieme, la cosa fondamentale è che tu non risuoni di quella stessa emozione esasperata.

Mi spiego meglio.

Se anche tu sei predisposto all’ansia e non riesci a mantenere la calma, è possibile che l’attacco di panico divenga, in un certo senso, contagioso.

Un po’ come avviene con un diapason, la cui oscillazione si trasmette attraverso l’aria, facendo vibrare alla stessa frequenza un altro oggetto che non è stato sollecitato direttamente Se sei calibrato sulla stessa lunghezza d’onda, la vibrazione emotiva si trasferisce. Di conseguenza, chi sta vicino a una persona con attacchi di panico può aiutare semplicemente non risuonando della stessa emozione.

Non significa mancare di empatia, anzi. Piuttosto è uno stare vicino e sostenere, riportando la situazione che si sta vivendo alla realtà delle cose.

È fondamentale stare con l’altro nell’accettazione, vivendo il sintomo per quel che è, nella consapevolezza che l’attacco di panico non ha nulla di pericoloso, anzi. Anche se crea un forte disagio, anche se fa una paura tremenda.

Nonostante questo, infatti, l’attacco di panico ci sta dicendo qualcosa su noi stessi. Dobbiamo ascoltarlo, non cerca di cacciarlo via.

Per questo, chi sta vicino a una persona che ne soffre e che sta avendo una crisi, non dovrebbe mai cercare di aiutare l’altro esortandolo a farsi forza per contrastarlo a tutti i costi.

Frasi come: “Combatti l’attacco di panico” dovrebbero essere bandite.

Perché?

Perché tra le righe ti sto dicendo che l’attacco di panico è un nemico con cui lottare o dal quale fuggire. E questo non fa altro che predisporre il corpo a una reazione di attacco-fuga.

Il corpo, allora, secerne ancora più adrenalina.

Risultato?

I sintomi, invece, di diminuire, aumentano.

Le parole d’ordine di fronte a un attacco di panico sono:

Consapevolezza e Accettazione

Guarire dagli attacchi di panico

Quelle che abbiamo appena visto sono delle tecniche per superare un attacco di panico, da applicare quando questo si scatena quella paura improvvisa.

Altra cosa, però, è risolvere del tutto il problema.

Detto meglio: guarire dagli attacchi di panico.

Per poterlo fare, è necessario intervenire a livello più profondo, andando a rimuovere quegli ostacoli che impediscono alla persona di essere davvero sé stessa.

L’attacco di panico è un sintomo del malessere.

Occorre agire direttamente sulle cause.

In questo, ci viene in aiuto la psicoterapia individuale, che si propone come un percorso di riscoperta di sé e delle proprie risorse nascoste.

Attraverso di essa possiamo introdurci nel nostro labirinto interiore, affrontare incubi e mostri, conflitti e sensi di colpa, riconciliandoci con noi stessi e con tutte quelle emozioni che abbiamo negato troppo a lungo.

 

Centro di psicologia e psicoterapia Il Filo di Arianna

Psicologo per attacchi di panico - Roma Prati, Cipro, Ottaviano